22/10/08

Vicky Cristina Barcelona

Appena finito di scrivere queste righe, mi metterò sul web, buono buono, alla caccia delle recensioni più argute di quest’ultimo lavoro di Allen Woody.

Prima però, con gli strumenti di cui dispongo (pochi) cerco di darne qui un’interpretazione la meno corretta possibile.

Il film, si è tentati di credere (dopo averlo visto) sia stato girato da Almodovar. D’accordo, la trasgressione è soft, la fotografia è decisamente migliore (in questo caso) e i dialoghi un tre per cento più involuti.
Non banalizzo, il sostegno al film è una voce fuori campo. Numerosi Soloni delle scuole di sceneggiatura implorano di contenere il ricorso a questo stratagemma condannandolo al sinonimo di una poca robustezza della narrazione. Se c’è bisogno di questo, in altri termini, sembrano dirci, si prende lo spettatore per un cerebroleso, si pecca di ridondanza e tutto sommato si toglie suspance al film.

I dialoghi, invece, sono il punto di forza del film. Che alla fine piace. Risulta gradevole proprio per la assoluta mancanza di “morali”. O meglio, se proprio si volesse leggerne una potrebbe essere, parlando d’amore (sentimento quanto mai scivoloso) “ognuno fa come gli pare”.

Allen accosta, con la capacità che gli è propria (quasi al limite del cronista) le varie forme nelle quali si spendono i rapporti (fra uomo e donna e fra donna e donna). Deve averci messo tutta la grazia di cui dispone perché, come detto, il film risulta leggero, ben scandito sui ritmi (leggermente più lenta la seconda parte) e sorretto da una fotografia impeccabile.

E’ l’amore che, sembra dirci Allen, ha pari dignità a prescindere dalle sfumature che prende. Una coppia artistoide dominata da un vincolo tossico, sottogenere della passione accecante. Il conformismo di due coppie speculari, una giovane l’altra in zona pensione, entrambe alla frutta.
Si salva l’indoddisfatta Scarlett. Si salva perché pur ripetendo ossessivamente a chiunque gli ponga la domanda, “non so cosa voglio, ma so benissimo cosa NON voglio”,
in questo buio inverno dei sentimenti, uscendo dalla sala, questa appare come l’unica cosa certa.
Il resto è mestiere.

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